I giovani, nuovi testimoni della memoria

La ballata del dottor Vascellari. Un giusto dimenticato

2022-2023 La lezione dei Giusti e le storie conosciute o meno conosciute dei Giusti nel Veneto
Terzo Premio
Powerpoint
Categoria: Powerpoint, pdf, sito web e app
Liceo Artistico Statale "Bruno Munari" Treviso

Il dottor Giuseppe Vascellari (1894- 1962), era il medico delle anziane sorelle Valenzini (Amina nata nel 1868, Regina nata nel 1858 e Sara nata nel 1855), le uniche persone della comunità ebraica ancora residenti nell'antico Ghetto di Ceneda (Vittorio Veneto) nel 1943. A fronte della misura di internamento promossa il 13 dicembre 1943 dal Questore di Treviso Mascioli in ottemperanza alle disposizioni della RSI in materia di ebraismo, misure cui furono interessate le sorelle Valenzini (cfr. l'elenco degli ebrei Italiani e Stranieri già residenti inProvincia di Treviso soggetti ad internamento, documento riportato nella penultima slide), il dottor Vascellari, che era anche primario dell'Ospedale Civile, le ricoverò nel reparto infettivi, salvandole così dalla deportazione alla Risiera di San Sabba, Trieste. In questo luogo le sorelle Valenzini rimasero fino alla Liberazione.

Classe/i: 5^

L’elaborato, premiato come terzo classificato, rievoca in forma di ballata la storia del primario del Reparto di Medicina dell'Ospedale Civile, il dottor Giuseppe Vascellari, che salvò da sicura deportazione e morte ad Auschwitz le sorelle ebree Amina, Regina e Sara Valenzini, di 75, 85 e 88 anni, rimaste nel ghetto di Ceneda, Vittorio Veneto. Il medico le ricoverò come pazienti nel reparto infettivi dell'Ospedale della Confraternita dei Battuti, dove stettero protette dal 1943 fino alla Liberazione, nel 1945.

Alla straordinaria figura di questo Giusto non riconosciuto, il comune di Vittorio Veneto ha dedicato una targa commemorativa nella sala conferenze della Torre dell’Orologio a Serravalle.

Colpisce la forza, l’originalità e la delicatezza della ballata dedicata dagli studenti del liceo Munari alla nobile figura di Vascellari, che spese con i fascisti la propria autorevolezza a tutela di tre donne anziane ed indifese per le quali già era scattato l’ordine d’internamento.

Il componimento poetico in versi liberi è a cinque voci: quella del medico, quella del cinico soldato che si insinua nell’ospedale ma poi desiste temendo il contagio e quelle delle tre fragili sorelle.

Nelle parole fatte pronunciare al dottor Vascellari - Ci hanno visto coraggio nella mia vita di dottore/ forse perché ho salvato tre vite/ che non chiedevano cura,/ ma la malattia stava fuori,/ nell'animo di chi le cercava. /Non era né coraggio né virtù,/ solo umanità/ e non mi ha fermato la paura. - sta tutto il senso del Giusto: colui che per semplice umanità sa opporsi al male – la malattia stava fuori – e non si arresta temendo per sé ed i propri cari. Il Giusto che insegna alle generazioni come sia sempre possibile rimanere fedeli a se stessi e dire di no.