I giovani,
nuovi testimoni
della Memoria

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Il concorso del Consiglio Regionale del Veneto per non dimenticare

 

Il Concorso "I Giovani, nuovi testimoni della memoria" è rivolto agli studenti delle scuole venete ai quali è richiesta la presentazione a mezzo di supporto informatico o multimediale, di elaborati a carattere letterario, fotografico, video-cinematografico, musicale, teatrale riguardanti la Shoà e il Giorno della Memoria.

 

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  • App
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Perché nasce il Concorso?

Per far conoscere gli eventi che hanno tragicamente segnato la storia europea del novecento e contrastare i fenomeni del negazionismo, del revisionismo. dell'antisemitismo e di tutte le pulizie etniche. 
Per non dimenticare le storie personali di chi ha vissuto qualsiasi tipo di persecuzione e le gesta eroiche di chi è accorso in aiuto degli oppressi.
Per accrescere la comprensione, la solidarietà e l’empatia nei confronti “dell’altro”. 

Perchè si può sempre dire un sì o un no

 

I Premi in palio

Il Consiglio regionale del Veneto mette in palio un monte premi che verrà erogato all’istituto scolastico per finanziare iniziative rivolte agli studenti che hanno partecipato al concorso (come ad esempio: per il finanziamento di viaggi studio, corsi ed eventii o per l’acquisto di materiale utile all’attività didattica rivolta a tutti gli studenti dell’Istituto.

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Chi può partecipare?

 Al Concorso partecipano gruppi di studenti, anche interclasse, del triennio superiore di scuola secondaria di secondo grado del Veneto. 

 

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Ultime News!

13/5/2020

Il 5 maggio 2022 la commissione nominata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha valutato le opere inviate dalle Scuole e proclamato i tre vincitori: ITT "Francesco Algarotti" di Venezia, Liceo Statale "Galileo Galilei" di Dolo e IIS "Ettore Bolisani" di Verona. 

Roberto Ciambetti

Si dice che il Novecento sia stato il secolo sterminato, iniziato con i carretti trainati dai muli e finito con l’uomo che ha conquistato lo spazio. Sterminato, dal latino exterminatus, participio passato di exterminare, ‘scacciare’, composto a partire da ex- ‘fuori’ e tèrminus ‘confine’: Novecento, dunque, fuori dai confini per la ricchezza delle invenzioni, innovazioni, per i mutamenti che ha visto. Ma anche sterminato perché secolo degli stermini, iniziati con il genocidio del popolo armeno, per passare alla Shoà sino alle pulizie etniche che hanno investito i Balcani e che segnano ancora oggi le guerre di questo inizio di Millennio.

Già in latino exterminare  aveva assunto il senso di ‘annientare’: un  mettere al bando, spingere con violenza al di là dei confini della civiltà, annientare sino alla totale distruzione.  L’Onu ha dato una definizione del concetto di genocidio  cioè «gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».  Dovrebbe far riflettere il sapere che come termine “genocidio”  fu ideato pochi decenni or sono  da a Raphael Lemkin, giurista polacco di origine ebraica, studioso ed esperto del genocidio armeno,  che lo introduce nel lessico nel 1944, nel suo libro “Axis Rule in Occupied Europe” sull’occupazione nazista in Europa.

Abbiamo voluto questo concorso proprio perché convinti che “stermini e genocidi” non appartengano al passato: essi si ripropongono ogniqualvolta si vuole distruggere un popolo: come ho detto in passato è accaduto  ad Armeni ed Ebrei, è accaduto con i Musulmani bosniaci a Sebrenica nel luglio del 1995, sta accadendo in questi mesi nella regione occidentale del Tigray in Etiopia.

Abbiamo voluto questo concorso per i giovani delle nostre scuole affinché potessero riflettere sullo sterminio per eccellenza, la Shoà, proprio per contribuire alla riflessione sui genocidi ben sapendo che essi non appartengono ad un passato lontano ma sono parte della nostra quotidianità e possono riproporsi quando, e dove,  meno te li aspetti.  L’unico vaccino possibile è la conoscenza, lo studio, la riflessione su quanto è accado perché,  per dirla con Cicerone, «Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis» 

Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto